Tutte le mattine del mondo

Angela Peduto
Sabato 10 maggio 2025
Ore 16:30
Cost'arena Bologna

Tutte le mattine del mondo

Dal romanzo di Pascal Quignard al film di Alain Corneau

Piazza san Giovanni in Monte, 6   Bologna

(c/o Ghelli-Arezzo)

Sabato 10 maggio 2025

ore 16:30

Si conclude con questo terzo appuntamento il ciclo dedicato alla grande esperienza spirituale e culturale di Port-Royal. Protagonista assoluta sarà l’arte, declinata in forma letteraria, cinematografica e musicale: storia di un film, di un romanzo, della musica che ne rappresenta il corpo sonoro e il centro di gravitazione. È anche la storia di uno sconosciuto musicista barocco, che la vita ascetica, il ritiro dal mondo e la dedizione alla musica apparentano ai solitari di Port-Royal, senza che egli manifesti alcun tipo di fede, se non quella, appassionata e senza riserve, nella potenza evocatrice della musica.

Nel 1989 il regista Alain Corneau chiede a Pascal Quignard di incontrarlo: vuole fare un film sulla musica e lo scrittore dalla raffinata sensibilità musicale gli sembra l’interlocutore più adatto. Ha in mente Versailles e Monteverdi. A Quignard l’idea dei fasti di Versailles non piace, ma il barocco lo affascina, e lo affascinano i giansenisti, che avevano rifiutato il mondo della corte. Non sa scrivere sceneggiature, così scrive un meraviglioso romanzo. Il romanzo diventa nel 1991 un film la cui bellezza e la cui originalità stanno nella capacità, raramente raggiunta, di accordarsi alla perfezione col testo letterario. 

Il protagonista, Monsieur de Sainte Colombe, oscuro compositore barocco e austero giansenista, Quignard lo ha già incontrato diversi anni prima, ascoltando musiche di struggente bellezza che Jordi Savall, grande musicista spagnolo e cercatore insaziabile di musiche perdute, ha riportato in vita.

Di lui non si sa quasi nulla, nemmeno il nome di battesimo. Si sa che fu leggendario esecutore di musica per viola da gamba... risulta anzi che sia stato lui a perfezionare la viola aggiungendole una settima corda di tonalità grave. Si dice anche che componesse dentro un capanno nascosto tra i rami di un gelso e che con le due figlie si esibisse talvolta in concerti destinati a una cerchia esigua di ascoltatori. Il suo allievo più famoso fu Marin Marais che, a differenza del maestro, condusse la vita brillante e agiata di violista alla corte di Luigi XIV. Penetrato nei sogni di Pascal Quignard, Sainte Colombe ha già fatto alcune fugaci apparizioni in altri libri. Poi, nel 1991, diventa protagonista del romanzo che il regista trasformerà in immagini. La colonna sonora è affidata a Jordi Savall.  Libro, film, musica, conosceranno un successo senza precedenti.

La melanconia di Sainte Colombe, il pathos lacerante della viola da gamba, le Leçons de ténèbres di Couperin, le nature morte di Baugin, l’ocra delle candele e i rossi cupi di Georges de la Tour, fanno del film una specie di perfetto doppio visivo-sonoro del romanzo: in entrambi i casi un’opera sublime che, tra dolore ed estasi, esplora il rapporto dell’uomo con l’invisibile, l’inesprimibile, l’inaudibile.

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